COMMENTO AL MIO ARTICOLO "OGGI MI FACCIO UNA SNIFFATA DI DENIBAN, TANTO E' LEGALE"
Certo,
mangiando vegano io guarisco dall'ansia, ma mi faccia il piacere. Che
ne sapete voi dell'ansia e delle sue forme di psicosomatizzazione, io ho
sofferto di dolori atroci e ho perso 20 kg a causa di
psicosomatizzazione e se non fosse per il Deniban a quest'ora non so
dove sarei. Mi ha fatto ringrassare, mi ha fatto rivivere, mi ha
guarito. Guardate me, io "mi faccio" di Deniban da mesi e sto molto
meglio di chi assume cocaina, e poi interagisce sulla dopamina
regolarizzandola, non "esasperandola" come la cocaina. Ignoranti!
Continuate tutti a dare retta a questi e a mangiare vegano cosi avremo
tutta gente anoressica, isterica, repressa e ignorante!
F.to Anonimo
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie per la sua testimonianza.
Lei ci è andato giù duro, e io non mancherò di fare altrettanto.
Prima cosa: quando si è sicuri di quello che si dice, ci si firma alla fine del proprio commento, come faccio io, che ci metto faccia e angrafe completa ai miei articoli.
Seconda cosa: il sottoscritto ha un rispetto stratosferico per chi ha avuto la vita rovinata tanto dalla sintomatologia psichiatrica che dagli stessi psicofarmaci.
Terza cosa: le cose vanno comunque dette, senza remore e senza girarci intorno.
Partiamo quindi, e come dico sempre io: via la lobotomizzazione e vediamo le cose per quello che sono.
Lei parla di avere avuto la vita rovinata dalla psicosomatizzazione, di aver perso 20 kg e che se non fosse per il Deniban, magari ora non sarebbe nemmeno vivo.
Nulla dice riguardo alla sua età, alla sue abitudini di vita, se si sia o meno ammazzato di canne o di qualsiasi altra sostanza stupefacente, se si sia o meno ingurgitato 25.000 creature viventi come fa un americano medio nel corso della propria vita, se abbia o meno albergato nel suo intestino per anni e anni organismi animali che hanno distrutto la sua flora batterica causando disbiosi e putrefazioni a catena.
Non dice nemmeno se ha assunto per anni una delle più potenti sostanze psicotrope di natura legale, e cioè il caffè.
Non dice se ha innaffiato i suoi pasti cadaverici con fiumi di alcol.
Non dice se ha ingurgitato, come l'americano medio, centinaia di chili di zucchero bianco e dolcificanti artificiali nel corso della sua vita.
Non dice se ha fumato le innocenti "sigarette", che sono anch'esse, con il loro carico di veleno, uno dei motivi del deterioramento della salute mentale globale.
Nulla dice, ma dalla sua reazione mi sa tanto di non aver sbagliato poi così tanto.
E se anche avesse fatto un decimo di quello che ho scritto, per molte persone è già sufficiente per esplodere come dei palloncini.
Aggiungiamo a un fisico debilitato la moltitudine di eventi stressogeni che capitano a ognuno di noi nella vita, ed ecco che lo sbroccamento è assicurato.
Purtroppo è troppo difficile e faticoso scandagliare le proprie abitudini di vita; troppo difficile rinunciare alla porchetta o agli gnocchi ai quattro formaggi.
Troppo difficile rinunciare alla sigaretta o al caffè dopo pasto.
Si vuole continuare a maltrattare il proprio corpo, pensando che funzionerà lo stesso.
E quando non funziona, ecco che si vuole risolvere tutto con una pastiglia magica.
In questo caso il nostro amico Deniban.
Lei dice una delle castronerie più colossali mai scritte riguardo a uno psicofarmaco: "regolarizza la dopamina", mentre la cocaina la "esaspera".
Lei dovrebbe fare da testimonial alla Bayer, alla Elly Lilly, e a tutte le case farmaceutiche del pianeta.
Si rendo conto di quello che dice?
Come fa un essere umano a pensare che una pillola, che passa la barriera ematoencefalica, possa interagire con le milioni di sinapsi cerebrali, praticamente sconosciute, andando a regolarizzarle?
Infatti non lo fa.
Vuole che le predico il suo futuro?
Glielo dico subito, augurandole che tutto quello che dico non avvenga, anche se sono praticamente sicuro che avverrà.
Le verranno le tette, se non le sono già venute, dato il pauroso aumento della prolattina che il Deniban crea.
Proprio a causa della prolattina, dovrà smetterlo a periodi, e lì cadrà nel baratro più profondo, con angosce brutali, e con due problemi: il primo, che non avrà risolto le vere motivazioni alla base del disturbo in atto; il secondo, che sarà dipendente e assuefatto a un farmaco potentissimo.
E quindi tornerà di corsa a prenderlo, scoprendo con stupore che non farà lo stesso effetto meraviglioso di prima, per il famoso concetto dell'assuefazione: come per un cocainomane, la prima sniffata è sempre quella dello sballo, poi ci si fa solo per tentare di essere normali, per funzionare.
E quindi, il suo bravo psichiatra (o peggio ancora il suo medico generico), le cambieranno la cura, dandole un bell'antidepressivo SSRI o peggio ancora lo Zyprexa se ha tendenza a dimagrire.
Quindi, la faranno diventare una balena senza emozioni con lo Zyprexa, oppure un finto felice con gli antidepressivi SSRI, sempre che prima non uccida se stesso dopo aver sterminato la propria famiglia.
Sono stato duro, lo so.
Legga tra le righe però la mia grande voglia di aprirle gli occhi.
L'alimentazione ha un ruolo fondamentale nella "cura" dei disturbi psichiatrici: siamo quello che mangiamo, cervello incluso, neurotrasmettitori inclusi (che si formano a livello intestinale e non nel cervello).
Continuo a dire in questo blog che non è l'unica cosa da prendere in considerazione, ma nulla può essere portato avanti a prescindere da essa.
Continuo a dire in questo blog che non è l'unica cosa da prendere in considerazione, ma nulla può essere portato avanti a prescindere da essa.
Lei non è "guarito" come ha detto, è solo sotto l'effetto di una sostanza stupefacente, i cui effetti "benefici" spariranno ben prima di quanto pensa.
In bocca al lupo.
fosse guarito uno smetterebbe di curarsi
RispondiEliminaf.4
vi segnalo
RispondiEliminahttp://metodoallasalute.blogspot.it/