LETTERA
Salve sig. Bisanti,
sono quasi sei mesi che assumo Invega 6mg a seguito di un episodio psicotico dovuto ad un forte stress lavorativo. Volevo chiedervi se corro grossi rischi a eliminare questo farmaco e che effetti di astinenza possono procurarmi??
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L'Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell'autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.
Prima cosa: non prendiamoci per il culo. Glielo dico bonariamente, per portarla a ragionare.
NESSUNO va in psicosi per uno stress lavorativo, per quanto possa essere invalidante.
Si va in psicosi perché il CORPO, alimentato a cibo sbagliato, caffè e sigarette, CROLLA e non è capace di fronteggiare quanto gli sta accadendo.
Detto questo, il problema ora sta nel fatto che lei è corso a farsi "curare" da "mamma Psichiatria" che in men che non si dica l'ha messa sotto un farmaco potentissimo, che le avrà sicuramente tolto qualunque tipo di paturnia mentale...
Certo, una bella lobotomizzazione chimica... in pratica lei ha barattato TUTTA la sua integrità psicofisica (capacità di emozionarsi, di fare l'amore, di VIVERE, di FUNZIONARE) per un effimero senso di falsa tranquillità.
Ora, tornare indietro è sicuramente possibile, con il "vantaggio" di aver assunto il farmaco per un periodo relativamente ridotto.
Senza ombra di dubbio porterei avanti il protocollo di scalaggio consigliato dalle associazioni a tema, e cioè il 10% al mese.
SENZA OMBRA DI DUBBIO, anche con uno scalaggio lentissimo e un tempo di assunzione ridotto, è assolutamente possibile andare incontro a sintomi di disintossicazione anche severi.
SENZA OMBRA DI DUBBIO, se non si risolvono alla base le cause alimentari/emozionali/organiche/psicologiche/ambientali, togliere il farmaco non serve semplicemente a un cazzo di niente.
Il mio piano di battaglia è:
1) Lettura IMMEDIATA del mio libro "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere";
2) Lettura IMMEDIATA del seguente link http://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html
Forza e coraggio
Pietro Eupremio Maria Bisanti
Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pietrobisantiblog@gmail.com
Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
Per tutti: con la funzione "ricerca google" in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio "psicofarmaci e suicidio", "prozac" etc...) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all'argomento desiderato.
Per tutti: mi trovate su "FACEBOOK" con il mio nome Pietro Bisanti
ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU' EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E' PREGATO DI SEGNALARLO
ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG "ALIMENTAZIONE E SALUTE". LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
Prima cosa: non prendiamoci per il culo. Glielo dico bonariamente, per portarla a ragionare.
NESSUNO va in psicosi per uno stress lavorativo, per quanto possa essere invalidante.
Si va in psicosi perché il CORPO, alimentato a cibo sbagliato, caffè e sigarette, CROLLA e non è capace di fronteggiare quanto gli sta accadendo.
Detto questo, il problema ora sta nel fatto che lei è corso a farsi "curare" da "mamma Psichiatria" che in men che non si dica l'ha messa sotto un farmaco potentissimo, che le avrà sicuramente tolto qualunque tipo di paturnia mentale...
Certo, una bella lobotomizzazione chimica... in pratica lei ha barattato TUTTA la sua integrità psicofisica (capacità di emozionarsi, di fare l'amore, di VIVERE, di FUNZIONARE) per un effimero senso di falsa tranquillità.
Ora, tornare indietro è sicuramente possibile, con il "vantaggio" di aver assunto il farmaco per un periodo relativamente ridotto.
Senza ombra di dubbio porterei avanti il protocollo di scalaggio consigliato dalle associazioni a tema, e cioè il 10% al mese.
SENZA OMBRA DI DUBBIO, anche con uno scalaggio lentissimo e un tempo di assunzione ridotto, è assolutamente possibile andare incontro a sintomi di disintossicazione anche severi.
SENZA OMBRA DI DUBBIO, se non si risolvono alla base le cause alimentari/emozionali/organiche/psicologiche/ambientali, togliere il farmaco non serve semplicemente a un cazzo di niente.
Il mio piano di battaglia è:
1) Lettura IMMEDIATA del mio libro "Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere";
2) Lettura IMMEDIATA del seguente link http://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html
Forza e coraggio
Pietro Eupremio Maria Bisanti
Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra.
Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pietrobisantiblog@gmail.com
Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
Per tutti: con la funzione "ricerca google" in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio "psicofarmaci e suicidio", "prozac" etc...) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all'argomento desiderato.
Per tutti: mi trovate su "FACEBOOK" con il mio nome Pietro Bisanti
ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU' EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E' PREGATO DI SEGNALARLO
ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG "ALIMENTAZIONE E SALUTE". LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO "PSICOLOGO DA LETTINO", BENSI' CON L'AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA "INCOLLARE" IL PAZIENTE A VITA.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti, positivi o negativi che siano, sono assolutamente apprezzati in questo blog.