LETTERA
Buongiorno Pietro,
e grazie di cuore per aver preso in esame il caso del nostro amico. Come te, sono anch'io ovviamente dell'idea che la crisi (crisis = mutamento) non rappresenti che il tentativo di superamento di un equilibrio fittizio, sia esso fisico o psichico, e che si debba imparare a gestirla, anziché reprimerla.
Tristemente, l'insensata vulgata medica al riguardo diffonde la voce che all'avvento di una crisi psicotica l'organo cerebrale, già in partenza compromesso (a detta della casta in camice bianco), vada incontro ad un'irrimediabile "perdita di neuroni", con il conseguente aggravarsi della "malattia".
Tutto ciò, ovviamente, senza alcuna prova empirica e con una manovra palesemente tesa a scoraggiare qualsiasi tentativo di diminuzione dei farmaci (non sia mai che si incorra in una "crisi"), con buona pace delle industrie farmaceutiche, che si assicurano un numero crescente di "psico-ergastolani".
Quanto alle ragioni che presiedono alla crisi stessa, esse includono sicuramente l'equilibro fisiologico dell'individuo, ma lo trascendono allorché sia possibile rilevare i traumi e i conflitti che hanno condotto la psiche ad uno stato di fragilità parossistica, per non parlare di potenziali interferenze "sottili".
Per essere più espliciti, la "crisi psicotica" manifestata dal nostro amico in seguito ad una sessione di canto e preghiera aveva in tutto e per tutto l'aspetto di un'autentica "possessione".
Per non sbagliarci, stiamo comunque lavorando su tutti i piani, a partire, come ti dicevo, da quello alimentare... Ma non mancheremo di consultare psichiatri anti-psichiatria, psicoterapeuti, specialisti della terapia neurofocale, esorcisti, guaritori e chiunque possa apportare un aiuto, a modo suo...
Grazie di cuore, dunque, per gli utili consigli sotto il punto di vista alimentare, ovviamente imprescindibile...
Per il resto, Clément è uscito dall'ospedale sabato scorso in seguito all'intervento del padre (che aveva originariamente ordinato il ricovero, per evitare l'intervento del prefetto), che ha immediatamente provveduto a rimuovere l'obbligo di permanenza, allorché ha appreso che il figlio era stato trasferito, venerdì scorso, nel reparto in cui aveva già trascorso un anno e mezzo in passato. Qui lo psichiatra responsabile, con cui Clément e la famiglia avevano più d'un conto in sospeso, non ha mancato di far valere la sua vendetta: quando ha appreso che Clément soffriva terribilmente a causa degli effetti collaterali del Loxapac (insonnia, contratture muscolari e crisi di panico) gli ha prescritto una dose improponibile di Tertian, altro farmaco che, notoriamente, ha degli effetti nefasti sul nostro amico (crisi allucinatorie e di panico, ovvero proprio i sintomi che lo hanno condotto all'ospedale). Quando Clément, tremante e piangente lo ha pregato di modificare almeno la dose della prescrizione, lo psichiatra ha risposto che, poiché faceva resistenza, la dose sarebbe aumentata, passando da 300 mg a 450 al giorno.
A questo punto Clément, in preda al terrore, ha telefonato all'intera famiglia minacciando di suicidarsi, se qualcuno non l'avesse tirato fuori di lì.
Ringraziamo Dio che, nel suo caso, il padre abbia avuto in qualche modo il potere di farlo, ma non possiamo non pensare alle centinaia di "reclusi" nelle carceri psichiatriche i cui diritti nessun padre e nessuna madre verranno mai a far valere...
Sono dell'idea che si dovrebbe avviare una denuncia immediata contro un tale mostro abominevole, ma purtroppo la famiglia non vuole al momento far nulla, nel timore di avere a che fare con lo stesso in futuro e di dover subire nuovi e peggiori abusi.
Tu che cosa consigli? Non sarebbe almeno possibile effettuare una segnalazione anonima presso un qualche organo competente perché l'operato del medico in questione sia quantomeno in qualche modo controllato?
Infine, per il momento stiamo cercando una clinica che possa ospitare il nostro Clément almeno per la durata di un mese, arco di tempo che ci servirà per individuare un percorso di recupero potenziale, in un "lieu de vie" o una "maison d'accueil" francese o una fantomatica struttura italiana, se mai ne emergesse qualcuna.
Per il momento, purtroppo, Clément dovrà tornare alle dosi originarie del farmaco di base (Seroquel) che avevamo scalato da 700 mg a 200 mg al giorno, aggiungendo a questo delle basse dosi di Tertian in casi particolari.
Inoltre, a meno di non trovare la casa di accoglienza di cui sopra, ci sarà impossibile riprendere questo cammino di assistenza, perché, com'era prevedibile, tra i familiari non sono mancati quelli che ci hanno additate responsabili della "ricaduta" del nostro amico (senza nulla comprendere delle dinamiche complesse che ci hanno condotte a ciò che noi, personalmente, non riteniamo neppure un vero male, in sé).
Ti ringrazio di cuore ancora per il tuo contributo e se per caso venissi a conoscenza di qualcosa che possa fare al caso nostro, ti prego di non esitare a segnalarmelo... Qualcuno mi ha accennato alla Fraternità Cenacolo di suor Elvira, ma non so se sia il tipo di ambiente più adatto al nostro amico (che è di orientamento spiritualista e detesta il settarismo cattolico)... Staremo a vedere, mantenendoci sempre speranzosi e fiduciosi.
Ancora grazie e infiniti complimenti per la tua opera umanitaria,
Gemma
RISPOSTA
Buongiorno Gemma,
concordo pienamente con quello che dici.
Gli psichiatri non capiscono una benemerita mazza di cosa sia una "crisi" e del fatto che essa avvenga per portare il corpo verso una guarigione, e non per distruggerlo.
Un episodio di psoriasi serve per buttare fuori dal corpo quello che dentro farebbe ancora più danni, ma anche in questo caso i medici devono sempre stroncare il sintomo, continuando a dare plateali lezioni di totale ignoranza su che cosa sia il corpo umano e su come funzioni.
Tra tutti i medici, gli psichiatri sono la categoria peggiore.
Quasi tutti quelli che ho incontrato sono soggetti dispotici, direi quasi fondamentalisti: o fate come dico io (e prendete i farmaci) oppure usiamo le maniere forti.
Niente amore, niente comprensione, niente empatia...niente di niente.
Nel tuo caso specifico, prima pensa a riportare Clément a uno stato di guarigione, poi, anche consultandoti con me se lo vorrai, potremo vedere se ci sono gli estremi per delle azioni legali.
Se serve, potete, con il suo consenso, portarlo in qualche sperduto chalet di montagna, con i genitori e voi amici a fargli da cordone di sicurezza, e con uno psichiatria di ampie vedute che lo aiuti nello scalaggio, migliorando nel contempo l'alimentazione così come descritto in questo blog.
Quando c'è di mezzo una vita umana, bisogna giocarsi il tutto per tutto.
Forza, forza, forza: niente è perduto.
Tenetemi informato.
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
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