LETTERA
Buongiorno, mi chiamo Giacomo e purtroppo da quattro anni assumo terapia farmacologica, mi hanno diagnosticato la sindrome schizoaffettiva con disturbo bipolare, attualmente sto assumendo xeplion 100 mg una volta al mese, i farmaci mi stanno rendendo un'ameba, non riesco nemmeno più a concentrarmi, mi hanno ricoverato alcune volte in TSO, e una volta mi hanno tenuto legato al letto dieci giorni e tenuto in reparto due mesi e mezzo, è diventato un incubo, questo mese non andrò a fare la puntura ma mi hanno minacciato di obbligarmi con i vigili, è davvero possibile che non posso fare niente per oppormi agli abusi psichiatrici, mia madre si fida dei dottori e mio padre è morto, quindi al benché minimo problema mi porta in psichiatria, cosa posso fare concretamente per evitare l'obbligo di assumere psicofarmaci, che mi stanno distruggendo, ero solare, felice, facevo sport ora ho perso pure il lavoro, e non vivo più, legalmente cosa posso fare visto che non ho mai commesso reati, la ringrazio e aspetto una sua risposta.
in fede Giacomo
RISPOSTA
Buongiorno sig. Giacomo,
lettere come la sua sono un duro colpo al cuore per me.
Questa è la nostra società, e conseguentemente la nostra psichiatria.
Ormai non si parla più con nessuno, non vi è proprio la voglia di capire il prossimo, qualunque problema egli possa avere.
Non so il suo percorso personale di vita, e quindi non so come esattamente sia finito numerose volte in TSO, ora con un'iniezione mensile di Xeplion 100 mg, un antipsicotico il cui principio attivo è il "paliperidone".
Cosa penso di tale farmaco? Tutto il male possibile.
Gli antipsicotici sono una categoria di farmaci che non esito mai a definire demoniaca.
Le persone che li assumono, come lei fa ben presente, diventano zombie, amebe che si trascinano senza concludere nulla.
Per qualunque motivo si sia reso necessario un TSO, è forse servito a restituire alla società un membro sano e costruttivo? No...ha persino perso il lavoro.
Sport...lavoro...ora invece un'ameba disoccupata. Questo significa guarire sig.ri psichiatri?
Che fare ora?
Primo: mantenere la calma e, nel limite del possibile, un minimo di lucidità.
Evitare qualunque tipo di atteggiamento aggressivo: sono un uomo di Legge e il sistema va affrontato con i mezzi che il sistema stesso mette a disposizione.
Tutti i trattamenti sanitari obbligatori devono avere dei presupposti di Legge e sono impugnabili da chiunque ne abbia diritto, quindi anche dalle associazioni che si occupano di tutelare i malati psichiatrici.
Mi viene in mente "Telefono Viola", anche se non ho una esperienza diretta con loro.
Provi a cercarli su Internet e a contattarli: quello che le serve con priorità assoluta è una tutela legale ad hoc.
Con il tempo, e con la buona volontà di avvocati sensibili, cercherò di creare un mutuo soccorso anche in campo legale.
Rilegga in lungo e in largo questo blog, e cerchi di attuare tutti i consigli, anche e soprattutto in campo alimentare, che vengono dispensati.
Come dico sempre, non sono un medico, non curo nessuno, non prescrivo nulla né faccio diagnosi alcuna.
Nessuno potrà mai impedire però a ognuno di noi di capire cosa ci faccia bene e cosa ci faccia male.
Nel suo caso, lo ha capito benissimo, ma deve anche tenere conto che dismettere un antipsicotico così potente non è cosa da fare da soli.
Può infatti diventare un'esperienza terrificante, e qui in Italia praticamente non esiste struttura alcuna dove si possa essere assistiti nella dismissione dagli psicofarmaci.
Con gli strumenti che abbiamo ora, deve semplicemente mettercela tutta nel rimanere tranquillo, impugnare attraverso delle associazioni specializzate qualunque trattamento sanitario dovessero imporle, assolutamente rivoluzionare il suo stile di vita soprattutto alimentare.
Uscire dagli ingranaggi della psichiatria può essere a volte difficilissimo.
Sono qui per aiutarla nel mio piccolo, e continueremo a sentirci via mail.
In un futuro non troppo remoto spero che con l'aiuto di tutti si possa finalmente dare il supporto che tutti i cosiddetti "malati psichiatrici" meritano.
RISPOSTA
Buongiorno sig. Giacomo,
lettere come la sua sono un duro colpo al cuore per me.
Questa è la nostra società, e conseguentemente la nostra psichiatria.
Ormai non si parla più con nessuno, non vi è proprio la voglia di capire il prossimo, qualunque problema egli possa avere.
Non so il suo percorso personale di vita, e quindi non so come esattamente sia finito numerose volte in TSO, ora con un'iniezione mensile di Xeplion 100 mg, un antipsicotico il cui principio attivo è il "paliperidone".
Cosa penso di tale farmaco? Tutto il male possibile.
Gli antipsicotici sono una categoria di farmaci che non esito mai a definire demoniaca.
Le persone che li assumono, come lei fa ben presente, diventano zombie, amebe che si trascinano senza concludere nulla.
Per qualunque motivo si sia reso necessario un TSO, è forse servito a restituire alla società un membro sano e costruttivo? No...ha persino perso il lavoro.
Sport...lavoro...ora invece un'ameba disoccupata. Questo significa guarire sig.ri psichiatri?
Che fare ora?
Primo: mantenere la calma e, nel limite del possibile, un minimo di lucidità.
Evitare qualunque tipo di atteggiamento aggressivo: sono un uomo di Legge e il sistema va affrontato con i mezzi che il sistema stesso mette a disposizione.
Tutti i trattamenti sanitari obbligatori devono avere dei presupposti di Legge e sono impugnabili da chiunque ne abbia diritto, quindi anche dalle associazioni che si occupano di tutelare i malati psichiatrici.
Mi viene in mente "Telefono Viola", anche se non ho una esperienza diretta con loro.
Provi a cercarli su Internet e a contattarli: quello che le serve con priorità assoluta è una tutela legale ad hoc.
Con il tempo, e con la buona volontà di avvocati sensibili, cercherò di creare un mutuo soccorso anche in campo legale.
Rilegga in lungo e in largo questo blog, e cerchi di attuare tutti i consigli, anche e soprattutto in campo alimentare, che vengono dispensati.
Come dico sempre, non sono un medico, non curo nessuno, non prescrivo nulla né faccio diagnosi alcuna.
Nessuno potrà mai impedire però a ognuno di noi di capire cosa ci faccia bene e cosa ci faccia male.
Nel suo caso, lo ha capito benissimo, ma deve anche tenere conto che dismettere un antipsicotico così potente non è cosa da fare da soli.
Può infatti diventare un'esperienza terrificante, e qui in Italia praticamente non esiste struttura alcuna dove si possa essere assistiti nella dismissione dagli psicofarmaci.
Con gli strumenti che abbiamo ora, deve semplicemente mettercela tutta nel rimanere tranquillo, impugnare attraverso delle associazioni specializzate qualunque trattamento sanitario dovessero imporle, assolutamente rivoluzionare il suo stile di vita soprattutto alimentare.
Uscire dagli ingranaggi della psichiatria può essere a volte difficilissimo.
Sono qui per aiutarla nel mio piccolo, e continueremo a sentirci via mail.
In un futuro non troppo remoto spero che con l'aiuto di tutti si possa finalmente dare il supporto che tutti i cosiddetti "malati psichiatrici" meritano.
NOTA BENE:
Tre anni ininterrotti di impegno e sacrifici hanno portato questo blog a diventare un piccolo faro nella notte per quanto riguarda l'igienismo naturale e l'alimentazione vegana in relazione a tutto quello che concerne il mondo della salute mentale.
Siamo partiti da zero e in tutto questo tempo tante persone hanno finalmente capito come esista un'alternativa ad imbottirsi di sostanze chimiche non meglio identificate, che uccidono il corpo e addormentano l'anima.
Gli psicofarmaci sono e rimangono pillole assassine.
Il libro è finalmente pronto. "ASSASSINI IN PILLOLE: la psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere".
Cosa leggerete? Leggerete tutto quello che nessuno psichiatra vi dirà mai.
Cosa sono veramente gli psicofarmaci, la facilità con cui vengono prescritti, il fallimento totale della psichiatria moderna.
E ancora...il lato oscuro degli psicofarmaci, che trasformano persone comuni in stupratori, assassini di se stesse e degli altri.
E ancora...le alternative "non violente", legate allo stile di vita e alimentare, per arrivare a risolvere un problema e non a mascherarlo.
E ancora...lo stretto legame tra ciò che mangiamo e come ci sentiamo, anche a livello mentale.
Tutto questo visto da un operatore di polizia, che da 20 anni osserva con i propri occhi lo sfacelo che la psichiatria moderna ha portato e tuttora porta nella vita delle persone.
Senza dimenticare la dismissione dai farmaci, per molte persone l'inferno sceso in terra, e la psichiatria negli anziani. C'è tanto, tanto da leggere.
Questo blog continuerà la sua opera pienamente gratuita di supporto a tutti quelli che ne avranno bisogno.
Acquistare il libro deve quindi essere una scelta personale e consapevole, sapendo però che ogni copia venduta significherà aiutare questo piccolo uomo in quest'opera informativa senza precedenti.
E chiunque assuma psicofarmaci, attraverso la sua lettura potrà finalmente capire che esiste una via alternativa alla lobotomizzazione perenne.
Il libro uscirà in due versioni: Ebook (al prezzo di 8 Euro) e cartacea (al prezzo di 16 Euro).
Nessuna casa editrice. Tutto in self-publishing.
Chiunque sia interessato, può scrivere a pbisant@hotmail.com e vi verranno fornite le coordinate bancarie per il pagamento.
La data finale di uscita è il 30 giugno 2014: chi ha scelto la versione cartacea, la riceverà all'indirizzo evidenziato; chi ha scelto quella su ebook, riceverà link e autorizzazione al download.
Ringrazio tutte le persone che continuano a scrivermi e a starmi vicino.
Questo è solo l'inizio e vi prego di divulgare il più possibile.
Con l'aiuto di tutti so che arriveremo molto, molto lontano.
Grazie di cuore
Pietro Bisanti
Per tutti: si può fare una donazione al blog mediante l'apposita funzione nella colonna a destra, oppure scrivendo a pbisant@hotmail.com. Grazie a chi vorrà contribuire a questo enorme e innovativo lavoro informativo.
Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pbisant@hotmail.com
Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
Per tutti: con la funzione "ricerca google" in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio "psicofarmaci e suicidio", "prozac" etc...) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all'argomento desiderato.
Per tutti: mi trovate su "FACEBOOK" con il mio nome Pietro Bisanti
ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU' EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E' PREGATO DI SEGNALARLO
ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG "ALIMENTAZIONE E SALUTE". LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
Antipsicotico Risperdal: i produttori pagheranno 2,2 milioni di dollari di multa.
RispondiEliminaUna delle cifre più alte mai pagate nella storia degli Stati Uniti
The Legal Examiner di Roopal Luhana - www.ccdu.org
Janssen Pharmaceuticals Inc. e Johnson & Johnson, le aziende titolari del marchio Risperdal – un farmaco antipsicotico - hanno firmato un accordo per il pagamento di 2,2 milioni di dollari (quasi 2 milioni di Euro). Durante il processo Janssen ha ammesso di avere pubblicizzato l'uso di Risperdal per trattare la demenza senile, un uso non approvato dall'agenzia statunitense di vigilanza farmacologica (FDA).
Secondo la FDA, un dottore è libero di prescrivere un farmaco per usi diversi da quello approvato, ma la promozione di un tale uso "off label" da parte del produttore è una violazione della legge.
Janssen Pharmaceuticals è anche accusata di pubblicizzare Risperdal per l'uso su pazienti con disabilità mentali, incluso bambini. Secondo il Ministero della Giustizia USA, "Secondo la denuncia, Janssen e J&J erano al corrente dei pericoli legati all'uso di Risperdal su bambini, incluso il rischio di elevati livelli di prolattina, un ormone in grado di stimolare lo sviluppo di mammelle e la produzione di latte. Si sostiene anche che Janssen fosse al corrente di elevati rischi di sviluppare diabete da parte di pazienti in trattamento con questo farmaco.
Risperdal è collegato a gravi effetti collaterali
Un articolo pubblicato nel 2006 dal Centro Medico della Duke University denunciava il possibile legame tra l'uso di antipsicotici e il tumore all'ipofisi. Tra sette antipsicotici, Risperdal risultava collegato al 70% dei tumori all'ipofisi riferiti alla FDA. Quando l'ipofisi s'ingrossa può causare anche problemi di vista, mal di testa e emorragie.
Altri effetti collaterali riferiti in letteratura includono 796 casi di aumento di prolattina, 630 casi di produzione di latte da parte di adulti e bambini, e lo sviluppo di mammelle in pazienti maschi. Un altro studio, nel 2009, dimostrava che il livello di prolattina rimane alto in bambini e adolescenti anche dopo due anni dalla sospensione del trattamento. Per quanto riguarda il diabete, uno studio pubblicato dal Journal of the American Medical Association, ha rivelato come Risperdal triplichi il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 in bambini e adolescenti.
secondo me il signore sopra deve rivolgersi ad un LEGALE CHE SCRIVA AL CSM che lo segue..vedrete che la lettera di un legale fermera' i medici
RispondiEliminaxxx
oppure TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MALATO presente di solito in ogni ospedale
RispondiEliminaxxx
RispondiEliminaTRIBUNALE DIRITTI DEL MALATO link
http://www.cittadinanzattiva.it/corporate/salute/1843-tribunale-per-i-diritti-del-malato.html
xxx
Questi farmaci distruggono solo il corpo e proucono danni al cervello non potendo più fare sport. Quelli a cui andrebbero fatti sono agli stessi psichiatri che li prescrivono per vedere cosa si provi.
RispondiEliminaAnche a me è capitata la stessa cosa dopo il tso, mi hanno prescritto la puntura mensile di xeplion, so che non posso oppormi sennò vengono a cercarti e ogni mese vado all'appuntamento dove trovo l'infermiera che mi fa il siringone nel sedere che mi lascia la natica indolenzita. La dott. sempre presente mi ha detto che le devo fare sennò vengono cercarmi e l'iniezione me la fanno comunque. Non ci si può opporre.
RispondiEliminaLa legge 180 funziona cosi : per la legge italiana non esistono malattie mentali croniche e non esistono cure a tempo indeterminato , con gli ASO , Acceratementi Sanitari Obbligatori viene valutato che un soggetto non dia evidenti segni di squilibrio mentale in caso contrario può essere fatto un TSO a tempo determinato della durata massima di 6 mesi il quale va rinnovato con un ulteriore Accertamento Sanitario Obbligatorio , la salute di un soggetto va accertata almeno ogni 6 mesi anche se gli psichiatri lo considerano un malato cronico , cosi sono stati chiusi i manicomi , gli psichiatri non possono mandare gli infermieri ne i vigili a casa delle persone per fare iniezioni e non possono fare TSO per fare iniezioni.
EliminaCordiali saluti
Purtroppo non si può fare nulla contro i tso e le terapie obbligatorie successive nei cim o csm, l'unico modo è evitare di finire in questa situazione facendo cose che possano provocare un tso, anche se può essere fatto per molti motivi, di solito capita se si hanno reazioni violente specie con medici anche se non sono psichiatri possono certificare in accordo tra loro e ne bastano 2, la necessità di un tso e poi, il sindaco firma dato che lui prende per buono ciò che scrivono i dottori. Quando fanno il tso, non ci può fare nulla e anche i ricorsi dopo sono difficili da far valere, perché loro i medici si coalizzano per dare ragione al provvedimento. Per evitare di peggiorare la situazione al momento del tso, non bisogna reagire dato che il provvedimento è obbligatorio con ci si può fare nulla e deve essere eseguito, se si reagisce e ci si rifiuta e magari si fa qualcosa di violento sarà la scusa per applicare tutti i provvedimenti più pesanti per il paziente e si finisce anche in contenzione, magari per giorni legati nel letto e si può essere ulteriormente trattenuti in reparto oltre i 7 gg. previsti da un normale tso. Quando arrivano a casa per il tso medici, personale infermieristico e vigili conviene restare il più possibile tranquilli e dire che si vuole collaborare e accettare le cure, rendersi suito disponibili alla prima terapia di routine quella sedativa che viene applicata prima di essere trasportati in reparto, generalmente con il valium, il medico presente qualche volta lo propone per bocca ma di solito dicono che c'è da fare l'iniezione. meglio non opporre resistenza e accettare senza polemizzare, appena si vede l'infermiera con la siringa abbassarsi i pantaloni e scoprire le natiche. Dopo aver fatto la puntura poi diventa più facile restare calmi e accettare il resto, con questo atteggiamento si evita di sicuro di essere contenuti. In reparto meglio dire che si vuole essere curati e restare a letto, come capita nei primi giorni di trattamento se loro lo impongono, continuare ad accettare tutte le terapie senza contestarle ne stare a chiedere che farmaci sono e così via, restare disponibili a ingoiare gocce e pillole e non fare storie con le iniezioni, quando si vede la siringa girarsi scoprire il sedere e lasciarsi pungere. Tutto questo evita le complicazioni del trattamento forzato, non c'è altro da fare. Dopo il tso si è costretti ad andare al cim e continuare le terapie prescritte, spesso e per lo più con le iniezioni depot mensili. Per non finire in questo circolo di cure obbligatorie, si può solo prevenire, a volte anche farsi curare volontariamente prima e si evitano comunque tutte queste situazioni imposte e molto pesanti. Questi provvedimenti sanitari sono legali e non è che uno possa ricorrere facilmente dato che i medici sono sempre pronti tra di loro ad accertare la malattia psichiatrica e la necessità terapeutica.
RispondiEliminaCol cavolo accetterei le cure...mi faccio uccidere sotto tortura piuttosto che umiliarmi a prendere una goccia...
EliminaCiao io faccio linezione di xeplion 100.. e mi trovo bene aparte un po lerezione e leiaculazione nei primi mesi addesso funziona bene il mio pistolone ...
RispondiEliminaLa legge 180 funziona cosi : per la legge italiana non esistono malattie mentali croniche e non esistono cure a tempo indeterminato , con gli ASO , Acceratementi Sanitari Obbligatori viene valutato che un soggetto non dia evidenti segni di squilibrio mentale in caso contrario può essere fatto un TSO a tempo determinato della durata massima di 6 mesi il quale va rinnovato con un ulteriore Accertamento Sanitario Obbligatorio , la salute di un soggetto va accertata almeno ogni 6 mesi anche se gli psichiatri lo considerano un malato cronico , cosi sono stati chiusi i manicomi , gli psichiatri non possono mandare gli infermieri ne i vigili a casa delle persone per fare iniezioni e non possono fare TSO per fare iniezioni.
RispondiEliminaCordiali saluti
Sono sempre stato un ragazzo solare e brillante.
RispondiEliminaPoi mi sono ribellato alle mafie.
Xeplion tutti i mesi. Apatia, depressione, senso di vuoto, nausea, mancanza di voglia di fare qualsiasi cosa. Sveglia a orari indicibili. Ci sono tante, tante persone che mi vogliono bene. Ma gli psichiatri fanno i loro interessi e quelli delle case farmaceutiche. Ma non si può parlare. Non si può protestare. Non ci si puà opporre. Non si può scrivere su facebook. Non si può usare il maiuscolo in chat. Non si può inventare. Non si può usare la fantasia. Non si può parlare. Bisogna solo ascoltare. Se il contatto visivo è troppo prolungato viene visto quasi come un segno di sfida. Questa è L'Italia, le famiglie italiane sono così. Non vivo più. Esisto solamente.
Non posso fare altro che confermare le esperienze di TSO e di essere in pratica costretto ad assumere Xeplion (come ultimo) con tutti o quasi gli effetti collaterali. Secondo me l'unico modo per provare a porre un rimedio alla situazione e' organizzarsi in un'associazione che tuteli non solo i diritti di coloro i quali hanno subito o subiscono questo tipo di situazioni ma che si impegnino anche a trovare delle soluzioni pratiche alla tutela nei confronti di questa cultura della psichiatria.
RispondiEliminaNon solo. Il problema enorme di questi farmaci neurolettici e' la dismissione. Ho provato a chiedere al medico di base una terapia per poter smettere di assumere questi farmaci ma non ha saputo consigliarmi essendo lui un endocrinologo e ho sofferto molto al punto da cadere in un TSO sicuramente dovuto all'interruzione brusca del trattamento senza un opportuno supporto. Qualcuno conosce una terapia opportuna?
Ho provato a cercare su internet ma non ho trovato nulla se non Scientology credo.
Se qualcuno conoscesse un'associazione che si occupa di queste problematiche (tutela effettiva e dismissione del trattamento) vi prego di segnalarmela perche', come per molti, il ricorso alla psichiatria si innesta in situazioni esistenziali difficili e, come ho potuto osservare, generalemnte in casi di persone socialmente deboli.
Grazie 1000
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaCiao Valentino;
RispondiEliminami sono informato approfonditamente sul Come funziona lo xeplion.
Purtroppo per motivi di segreto professionale ( sono psicologo prima ancora che paziente ) non ti posso rivelare di più.
Unico consiglio spassionato e col cuore in mano:
chiedi di essere assistito da un altro psichiatra che viene associato al tuo codice fiscale.
Chiedi che ti faccia la iniezione un'altra persona.
E scegli lo psichiatra associato al tuo codice fiscale che ti sembra meno sull'orlo del baratro.
Ti dico questo perchè ho scoperto la parte sommersa dell'iceberg relativa a queste somministrazioni di elevata tecnologia farmaceutica.
Mantieni sempre un contatto diretto con lo psichiatra a cui sei associato, e aiutalo quasi tu a guarire da manie suicide.
Ti scriverei una lunga lettera, riguardo ciò, ma, per motivi di riservatezza, non posso farlo.
Ti faccio un in bocca al lupo gigante.
un abbraccio.
Andrea
Grazie Andrea per avermi risposto.
EliminaAnche io mi sono documentato sugli effetti di questi famraci e sulle diagnosi che ne sottendono l'uso. Da paura. Ora mi trovo invece con Haldol perche' lo tollero meglio, ho preso 30 kg e ho provato a dismettere pure questo ma sono andato in rebound. Io non trovo nessun medico che sappia dismettere con terapia farmacologica questi farmaci. Interrompendoli di botto il rebound (andare un po' fuori verso lalto, il rimbalzo) e' praticamente certo e poi dicono che sei tu. Qualcuno sa consigliare un sito con dei medici che sanno fare questo lavoro qui. Purtroppo ho provato cambiare psichiatra ma sono tutti della stessa scuola qui
Anche io faccio la siringa di Xeplion 100 mg. ogni mese non ho avuto più ricadute, quindi devo continuare sempre con l'appuntamento ogni 4 settimane al centro di salute. Mi butta un po' giù anche se ora meno perché dopo le prime punture ci si abitua al farmaco, l'effetto collaterale principale è che sono molto ingrassato e ci sono molte difficoltà ad avere l'erezione. La psichiatra che mi segue dice che tutto normale per il mio disturbo e che la cura va molto bene, io prima non volevo seguire le cure poi dopo un ricovero mi hanno imposto la cura con Xeplion.Adesso non faccio più rimostranze quando vado in ambulatorio quando l'infermiera inizia a preparare la siringa scopro il sedere e mi lascio pungere senza fare storie, preferisco collaborare come mi chiedono al centro per il mio meglio.
RispondiEliminaNon mi è chiara una cosa: ma se io dopo aver smesso di fare il siringone mensile di xeplion, non ho sintomi, sto bene, vado alle sedute con la psichiatra, continuo a studiare e a fare quello che sto facendo, loro possono farmi un TSO anche se io sto bene, solo per non aver preso i farmaci?
RispondiElimina